giovedì 29 luglio 2010

UMILIAZIONE PER LA NAZIONALE DELLA COREA DEL NORD


Rientro con pubblica umiliazione per la nazionale della Corea del Nord, che dopo la disfatta agli ultimi campionati del mondo di calcio si è trovata ad affrontare la sfida peggiore: l'incontro con i tifosi di casa.
Tutto nella norma, anche la nazionale di Lippi ha ricevuto delle critiche.
L'assurdo è che il governo nordcoreano ha progettato un vero e proprio evento per il 2 luglio scorso, durante il quale i giocatori della nazionale sono stati obbligati a rimanere in piedi per 6 ore, su di un palco allestito al Palazzo della Cultura Popolare, ricevendo critiche e insulti da circa 400 persone, tra funzionari, atleti e studenti.
Al cronista della tv pubblica invece, è toccato elencare minuziosamente tutti gli errori commessi da ogni singolo giocatore; successivamente l'allenatore della nazionale, Kim Jong-hun, è diventato il bersaglio delle critiche dei suoi giocatori.
Salvi i due giocatori nati e residenti in Giappone, An Yong-hak e Jong Tae-se.
Si è appreso inoltre, che lo stesso commissario tecnico è stato mandato a lavorare in un cantiere edile.
Noi invece ci siamo limitati a questo:



martedì 27 luglio 2010

IL RITORNO


Eccomi qua a riparlarvi di Paolo Di Canio, questa volta del suo secondo libro: Il Ritorno.
Avendo trovato interessante il primo, L'Autobiografia, ho cercato e poi trovato su Ebay quest'altro volume.
In queste pagine, l'idolo di West Ham e Lazio, racconta l'intero anno del suo ritorno alla squadra di Roma, dopo la fortunata esperienza nel Regno Unito; la difficile e lunga trattativa, la rinuncia a parte dello stipendio e alla vita e al calcio inglese, la presentazione ufficiale del suo ritorno, il rapporto pesante con Mimmo Caso, la panchina, il gol nel derby, la salvezza raggiunta.
Questo libro, rispetto al precedente, ha molto più l'aria da "diario di bordo" in cui sono registrati i diversi fatti accaduti (partita dopo partita), insieme agli stati d'animo (sempre estremi) che hanno accompagnato il campione per una stagione intera.
Nei capitoli finali, Di Canio ci vuole illustrare i suoi gusti musicali, le sue idee politiche (a mio parere molto qualunquiste, condivisibili o meno), i suoi pareri sulla religione, sulle droghe, sulle tifoserie.
Ne esce un quadro abbastanza delineato della persona; a mio parere molto più interessante la parte sullo sport. Non che il resto sia da buttare: semplicemente, ne L'Autobiografia, il ritratto di Paolo Di Canio viene creato in modo indiretto, la figura dell'uomo appare leggendo fra le righe. Risulta forse più spontaneo e veritiero.
In questo invece, c'è più una sorta di botta e risposta e il tutto appare più canonico e scolastico, forse un po' artificioso. Senza ovviamente dubitare di quello che è stato scritto.
Il libro è stato pubblicato da Baldini Castoldi Dalai Editore nel 2005.
140 pagine per un totale di 13 €.
Cercatelo magari in rete, se avete un po' di fortuna risparmiate qualcosa.
Una buona continuazione del precedente, consigliato agli amanti dei valori del vecchio calcio.

mercoledì 21 luglio 2010

IL MESSICANO


Ancora Jack London, ancora pugilato.
Come già detto, non è facile reperire i racconti che lo scrittore ha dedicato alla boxe; questa volta vi scrivo perché ho trovato un'altra edizione contenente Il Messicano.
Si parla di pugilato e rivoluzione, sofferenza fisica e ideali da sostenere, denaro e dedizione.
Questa pubblicazione risale al 1991 ed è stata stampata da Passigli Editori, per la collana La Biblioteca Del Viaggiatore.
All'interno altri due racconti: Il Beneficio Del Dubbio e La Pazzia di John Harned.
Prezzo di copertina 10000 ₤ (5,16 €), scontato a 4,39 €, per un totale di 93 pagine.
Anche se datato, la Libreria Lovat è riuscita a procurarmelo in poco tempo.

giovedì 15 luglio 2010

"RUSTIKO" CUCINA TIPICA SERBA A TRIESTE


A Trieste si trovano sempre più posti in cui con 5 euro circa puoi mangiare un pasto veloce e prendere una bibita; indicativo che la maggior parte siano posti stranieri.
L'ultimo provato è Rustiko, un piccolo e accogliente locale che propone esclusivamente specialità serbe: molta carne quindi, anche se la scelta è davvero ampia.
Io ci sono andato perché mi avevano consigliato i cevapčiči, e quindi ho mangiato solo quelli, optando per la scelta con panino; la cameriera mi consiglia di prenderlo come la ricetta serba vuole, solo con cevapčiči e cipolla, senza salse o verdure.
Molto buono, carne saporita e pane davvero particolare, sembra oleoso.
Diciamo che un panino del genere sazia a dovere, soprattutto con il clima di questi giorni.
Il menù comprende tantissime specialità, come ad esempio la pljeskavica, la karadjordeva (simile alla lubjanska); poi un sacco di verdure ripiene, minestra, torte salate e diverse insalate.
Per concludere, 3 tipi di dolci.
Personale molto gentile, considerando il fatto che ci siamo presentati alle 14:20 e alle 14:30 il posto chiudeva, ma non lo sapevamo; il titolare (presumo) si è messo a parlare con noi e ci ha portato qualche assaggio gratis.
Davvero molto ospitali e disponibili; anche perché in Serbia magiare è un rito sociale, come recita il volantino.
Il locale ha un piccolo tavolino centrale e tanti posti lungo i due muri; in fondo il bancone con la piastra per cucinare in bella vista.
Rustiko si trova in Via Madonnina 19/A a Trieste, nella zona di Largo della Barriera.
È aperto dal lunedì al sabato, fa consegne a domicilio ed è disponibile per servizio catering.
Consigliatissimo, soprattutto per un panino veloce ed economico.
Ora l'obiettivo è tornarci e assaggiare pian piano le varie specialità.
Di seguito vi lascio il volantino, con tutto il menù, i prezzi e le informazioni.

   


Qua il link al sito del locale Rustiko

lunedì 12 luglio 2010

DOLOMITI ADVENTURE PARK FORNI DI SOPRA


Questo il brutto presagio che abbiamo incontrato lungo la strada per raggiungere il Dolomiti Adventure Park di Forni di Sopra; fortunatamente l'abbiamo superato e quindi è stato di buon auspicio per le successive ore passate tra i vari percorsi del parco avventura.
L'idea era venuta qualche giorno prima e, sinceramente, io ero un po' scettico a riguardo; alla fine mi sono dovuto ricredere e devo dire che ne è valsa la pena.
Soldi spesi bene, come si suol dire.
Dopo qualche ora di auto, eccoci finalmente arrivati a destinazione.


Il parco si presenta con un piccolo ingresso che da sul bosco, più basso rispetto all'entrata, e due casette di legno per accogliere i clienti, conservare le attrezzature, fungere da angolo bar.
Inoltre c'è una mappa su cui già si possono vedere i diversi percorsi da fare.
Scambiamo qualche parola con i due simpatici e gentilissimi istruttori, poi decidiamo di indossare le imbragature e i caschi, e di entrare.
8 i percorsi in totale di cui 3 per bambini; i principianti (come noi) partono dal Percorso Verde e, nell'ordine fanno quello Blu, quello Rosso, quello Viola, quello Nero, aumentando la difficoltà e l'altezza da terra, che raggiunge un massimo di 12 metri.
Oltre a questi c'è il Powerfan, che consiste in un salto nel vuoto, da un'altezza di 15 metri, legati ad una fune ad elevata resistenza.


L'istruttore Luigi ci fa un veloce ma incisivo breafing, spiegandoci come muovere le mani e agganciare i moschettoni per rimanere sempre in assoluta sicurezza e non rischiare di cadere da altezze importanti.
Si parte e subito ci si trova a qualche metro di altezza per affrontare ponti tibetani, tronchi che si muovono, passaggi con funi e liane, carrucole, skateboard sospesi in aria, ragnatele di fune giganti e via dicendo.
Semplificando il tutto, i percorsi consistono nel raggiungere l'arrivo, passando di albero in albero; su ognuno di questi è montata una pedana in legno, che molte volte si rivela un'ancora di salvezza per qualche istante di riposo.

   

   

Ci mettiamo circa 3 ore per completare tutti i percorsi, più o meno, durante le quali devo dire di divertirmi molto; il livello di difficoltà cresce man mano, come anche l'altezza da terra.
Avvicinandoci sempre di più alla fine, cominciamo ad accusare un po' di stanchezza, ma è una sensazione positiva; io penso, tra me e me, che forse la condizione fisica in cui mi trovo grazie al pugilato che pratico, mi aiuta. E ne ho la conferma il giorno dopo, quando mi sveglio senza dolori.

      

Dopo l'ultimo percorso, decidiamo di concludere la visita al Park, testando il Powerfan: decido io di saltare per primo, mi faccio cambiare l'imbragatura e salgo sulla scaletta che mi porterà a 15 metri d'altezza.
Arrivato in cima, d'istinto mi viene la voglia di sporgermi e guardare sotto; l'effetto è notevole, ma non mi crea molti problemi. Pensare poi di fare un passo e lasciarsi cadere, quella è un'altra cosa.
Ancora qualche attimo d'indecisione e poi mi lancio: in pochi istanti mi ritrovo a terra, con quella classica sensazione di mancanza di respiro, cadendo.
Una bomba. Davvero bello.
Forse di più il prendere coraggio e buttarsi, rispetto al salto in sé.
Ancora qualche istante di adrenalina in circolo e poi una bella birra in compagnia dei due istruttori.
Alla fine ci tratteniamo per un'ora circa a parlare con Luigi, paghiamo 20 euro a testa, poi salutiamo e ripartiamo.
Come già detto, altamente consigliato.


Qua trovate tutti i dettagli e le tariffe del Dolomiti Adventure Park
Qua un video che vi illustra cosa farete al Dolomiti Adventure Park

giovedì 8 luglio 2010

UNA BISTECCA


Vi avevo già parlato dei racconti di Jack London, aventi per tema principale il pugilato.
Proprio ieri sono capitato in libreria e l'occhio mi è caduto su questo piccolo libro che contiene Una Bistecca, uno dei tre racconti più belli sulla boxe, scritti dall'autore americano.
Parla di Tom King, un pugile oramai in età, che continua a combattere per pagare i debiti e sfamare la sua famiglia. Il più delle volte sfidando pugili più giovani di lui, con tutto quello che ne consegue.
Come vi ho già illustrato, il racconto si basa sulla contrapposizione giovinezza/vecchiaia e sul pesante dilemma dignità/sopravvivenza.
Difficili da trovare questi racconti, fortunatamente questa edizione, fresca fresca, è stata pubblicata dalla Mursia nel 2010 e fa parte della collana I Picci One. 48 pagine a 3,90 €.
Bella come edizione, carta giallastra e dura, copertina ruvida; sembra un libro vecchio.
Ora non ci resta che sperare nella futura pubblicazione de Il Gioco e Il Messicano.

martedì 6 luglio 2010

ITINERARI TRA CARNIA, FRIULI E AUSTRIA


Durante la scorsa settimana, ho avuto il piacere di trascorrere cinque giorni in Carnia, territorio friulano a nord di Udine, che confina con il Veneto e con l'Austria.
Giornate al riparo dall'afa cittadina, che si sono rivelate sorprendenti per la quantità di posti visti e visitati; itinerari molto belli, scelti quasi per caso, che mi hanno permesso di osservare paesaggi stupendi. Il tutto a pochi chilometri dalla mia città natale.
Di seguito vi indico brevemente 3 itinerari che abbiamo percorso, purtroppo non in moto; mi sono ripromesso di tornarci il prossimo anno, spero con un mezzo nuovo.


Il primo percorso parte da Intissans (frazione di Verzegnis, paese conosciuto per la gara in salita), e porta fino a Vito d'Asio (PN), attraversando Sella Chianzutan (955 metri sul livello del mare) e Pielungo (PN), paese natale del Conte Giacomo Ceconi e luogo in cui si trova il suo castello.
Strade tutte verdi, vegetazione ovunque e tornanti continui; l'ideale in questa stagione, per fuggire dalla città e trovare zone abbastanza incontaminate.
Si prosegue poi per San Daniele e si risale in Carnia, passando per Bordano (paese delle farfalle) e Amaro.
Totale 106 km, senza autostrade.


Il secondo ci porta direttamente a Nord.
La direzione è Paluzza (ultimo paese prima dell'Austria); superato il paese, si attraversano due sue piccole frazioni e si comincia la strada che conduce al Passo di Monte Croce Carnico (1360 metri sul livello del mare), passaggio obbligato tra Italia e Austria, che si apre con una gigante elica dell'impianto energetico. Poi si scende, con punti di forte pendenza, fino al paese di Kötschach-Mauthen, dove si possono trovare delle bellissime piscine a pagamento.
Proseguiamo poi per Hermagor e il paesaggio è sempre più verde; diversamente dall'Italia, secondo me forse più "aspra", l'Austria è molto più "aperta". Immense distese verdi lasciano che l'occhio guardi molto lontano.
Qualche minuto di pausa per un panino lungo la strada, ci sono molte aree di sosta ben curate, poi si riparte verso Villach; lì ci tratteniamo poco, poi ci dirigiamo verso l'Italia passando per Tarvisio e Resiutta (di cui vi ho già parlato tempo fa). Breve sosta al Lago di Cavazzo, poi ripartiamo in direzione Intissans.
Totale 238 km, senza autostrade.


Il terzo, forse quello che mi ha colpito di più, si è sviluppato quasi per caso: siamo partiti da Intissans con l'intento di arrivare a Forni di Sopra, per trascorrere qualche ora al Dolomiti Adventure Park, un parco avventura con all'interno diversi percorsi di diversa difficoltà, da affrontare a parecchi metri da terra.
Fino a questo paese, strada normalissima in mezzo a paesi, come Enemonzo e Ampezzo, e a tratti ricoperti da vegetazione; qualche bella curva, piccoli tornanti e il passaggio attraverso il Passo della Morte, presso Forni di Sotto. Suggestivo.
Arriviamo al parco e ci stiamo per qualche ora (in seguito vi racconterò l'esperienza).
Poi ripartiamo alla ricerca di un posto in cui mangiare; decidiamo di pazientare e optiamo per raggiungere il paese di Sauris, percorrendo il Passo di Pura (1428 metri sul livello del mare). Strada bellissima, con grande apertura sul punto più alto, c'è anche una malga. Proseguiamo e arriviamo al Lago di Sauris, dove possiamo ammirare la grande diga (136 metri di altezza), dopo qualche galleria suggestiva, perché lasciate quasi naturali, non moderne.
Proseguiamo e raggiungiamo Sauris; un paese bellissimo, con grandi prati verdi, molto curato.
Io lo considero forse il più bel paese visto in questi giorni.
Decidiamo di pranzare (anche se sono le 4 di pomeriggio) presso lo spaccio del famoso Prosciuttificio Wolf; grissini, prosciutto crudo, birra artigianale Zahre, una crostata fatta con la farina di polenta. All'aperto, con vista dall'alto, su tutto il paese. Uno spettacolo. Vi parlerò anche di questo.
A malincuore riprendiamo il viaggio e ripassiamo per Ampezzo facendo un'altra strada; raggiungiamo la frazione Nonta di Socchieve per bere un caffè in una piccola e tipica osteria, poi visitiamo una bella chiesetta.
La prossima tappa è Raveo, paese conosciuto per i buonissimi biscotti, le Esse di Raveo.
Dopo essere andati alla ricerca di un vecchio monastero, che non abbiamo trovato, ci rimettiamo in marcia e ritorniamo a Intissans, passando per Tolmezzo.
Totale 134 km, senza autostrade.

Tre itinerari molto belli, altamente consigliati ai motociclisti, con gran parte della strada percorsa all'interno della Carnia, un territorio stupendo, che forse anche noi friulani non conosciamo benissimo.
Io mi sono posto l'obiettivo di riuscire a conoscerla bene tutta.
E poi consigliarvela.