Oggi si parla di calcio, ma da un punto di vista differente.
In Kill The Referee (Les Arbitres) gli arbitri sono i protagonisti.
Il film documentario esce nel 2009 per una produzione indipendente belga, la Entre Chien Et Loup; co-diretto da Yves Hinant, Delphine Lehericey e Eric Cardot, nasce da un'idea di Yvan Cornu.
La pellicola segue molto da vicino le vicende degli arbitri Howard Webb, Roberto Rosetti, Massimo Busacca, Manuel Mejuto Gonzalez, Peter Fröjdfeldt, durante il Campionato Europeo di Calcio 2008, disputato in Austria e Svizzera.
Europeo ricordato anche per le minacce di morte (da cui il titolo del film) piovute al direttore di gara inglese Howard Webb, da parte dei tifosi polacchi e del primo ministro, in seguito ad un arbitraggio controverso della partita Austria-Polonia, in cui ha fischiato un rigore discutibile a favore della formazione austriaca, in pieno recupero.
Il film risulta molto interessante e si sviluppa principalmente seguendo due filoni paralleli: da una parte, lo spettatore segue la partita con soggettiva puntata su arbitro, guardalinee e quarto uomo; dall'altra, partecipa alla vita degli arbitri prima e dopo la gara.
Nel primo caso, il film ci svela i dialoghi che avvengono tra l'arbitro, i suoi assistenti e i giocatori, grazie alle registrazioni prese direttamente dagli auricolari; subito ci si accorge dei livelli di tensione raggiunti in campo e di quanto sia difficile prendere una decisione in pochi secondi, affidandosi anche al parere dei colleghi.
Nel secondo, invece, le telecamera ci accompagna nel pre-partita, nel dopo partita, sulle panchine dello spogliatoio, mostrandoci i riti scaramantici di ogni arbitro e di ogni assistente, la tensione, la paura di commettere un errore. Ma non solo; si vedono immagini in albergo, momenti in casa in compagnia della famiglia, riunioni con la commissione arbitrale, autocritiche sull'operato, attimi di relax.
Durante questa ora e mezza scarsa, gli arbitri ne escono molto bene, secondo me; è la loro umanità a spiccare, che ci mostra quanto sia difficile il loro mestiere (a livello sportivo, s'intende), quanto siano esposti alle reazioni politiche, economiche e mediatiche, quanto sia alta la loro tensione prima e durante la gara. In evidenza anche il riflesso che le loro decisioni in campo hanno sulle loro famiglie e la difficoltà di gestire ventidue persone che in quel momento hanno solo l'obiettivo della vittoria.
Molto intelligenti, a mio parere, le scelte di rendere pubbliche le conversazioni in campo, di mostrare i momenti con la famiglia, di svelare i minuti di relax, molte volte passati in modo divertente in compagnia dei colleghi.
Una visione decisamente innovativa del calcio, rispetto a come siamo abituati a viverlo solitamente; un film da vedere e da far vedere, magari anche nell'ottica di un'eventuale educazione sportiva dei più piccoli.
Di seguito il trailer originale:
Qua potete vedere Kill The Referee in taliano, in streaming su Youtube
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