domenica 22 novembre 2009

ISCREAM4ICECREAM: RIMBOCCARSI LE MANICHE



Con questo post apro una nuova categoria all'interno del mio blog, quella delle interviste.
Per cominciare ho pensato di fare qualche domanda ad una nuova realtà che da poco ha iniziato a gettare le basi per un qualcosa di concreto, a Trieste. Non vi anticipo nulla, leggete le righe seguenti.

1) Innanzitutto un saluto a tutti.
Ho scoperto tramite Blogspot la vostra iniziativa, per poi realizzare che alcuni di voi li conoscevo già di persona; quando nasce il vostro progetto, chi ne fa parte e di che cosa si tratta?

Luca: L'idea in sé è presente già da molto tempo. Cercare contatti, scambiarsi date con gli altri gruppi, è alla base di un determinato ambiente musicale in cui siamo e stiamo crescendo. La possibilità poi di avere materialmente un luogo in cui poter dare sfogo a quello che stava covando sotto la cenere ha contribuito alla sua realizzabilità. Trieste è carente in fatto di spazi dove poter suonare, a meno che tu non faccia cover, raggae o peggio. Non vogliamo però negare anche l'aspetto pigrizia. Evitar di dover sempre fare centinaia di chilometri per vedere i gruppi che si seguono non è un aspetto da sottovalutare. Per finire l'idea è comunque quella di portare in città quella musica che, parafrasando le parole di un nostro amico sloveno, è prima di tutto "controcultura", speriamo che abituando le persone ad ascoltare generi forse non comunemente definiti orecchiabili, si possa allargarne il bacino e far sì che ci sia più movimento in regione e che nascano nuovi gruppi validi.

Vasco: Beh, il desiderio di coinvolgere la città ad ascoltare un certo tipo di musica c'era da tanto, qualche anno, poi ufficialmente abbiamo deciso di dare un nome e un corpo al nostro mostro chiamandolo iscream4icecream (a luca e paolo il compito di speigare il significato del nome); si tratta fondamentalmente e semplicemente di far suonare gruppi della scena hc (in tutte le sue derivazioni) che più ci aggradano e che abbiano un certo tipo di mentalità. Per quanto mi riguarda non ha importanza chi ne fa parte.

2) So che alcuni di voi hanno alle spalle, e anche tuttora, esperienze musicali con vari gruppi; quali sono queste bands e in che modo questo ha influenzato e stimolato la vostra intraprendenza?

Luca: Come ho detto prima, cercare di suonare in giro è difficile qui come altrove, ma avere la possibilità di dar spazio a gruppi locali e gruppi di fuori permette di conoscersi e scambiarsi contatti. La scena musicale sotto sotto si risolve in una rete di relazioni personali, questo è l'aspetto che ci interessa. Dopo c'è solo il business e questioni di soldi. Quando vuoi suonare ma non trovi gli spazi capisci quanto sia importante crearne uno. La cosa migliore che ambienti punk e hardcore possono insegnare a mio avviso è questa: se una cosa non c'è, non esiste, invece di sprecare il tuo tempo a lamentarti, rimboccati le maniche e cerca di costruirla. Tutti si lamentano, pochi cercano di costruire veramente qualcosa.

Vasco: Nulla, per ora.

3) Quali sono i generi che intendete promuovere con le vostre serate?

Luca: La lista sarebbe lunga. Diciamo solo che l'obiettivo è di dare spazio a quello che solitamente non passano in radio.

Vasco: Il genere è l'hardcore in tutte le sue forme e derivazioni. Poi a me personalmente piacerebbe inserire gruppi con un etica diy di vario genere dalla wave all'industrial, dallo shoegaze al folk (o neo-folk).

4) Come operate, a livello pratico, e che tipo di servizio volete e riuscite a garantire ai gruppi che selezionate?

Luca: Ci piacerebbe innanzitutto creare un rapporto di amicizia con le persone che compongono i gruppi. Per il resto ovviamente si garantiscono vitto (ovviamente vegan) e alloggio (le nostre umili dimore).

Vasco: Ah, i sorrisi, quelli sono gratuiti. A livello pratico si contattano i gruppi tramite i socialnetwork o tramite mail o di persona.

5) Quando e come è nata la collaborazione col Gruppo Tetris di Trieste? Come sta andando?

Luca: Siamo appena partiti. Lo spazio per ora è risicato. Riusciamo ad avere un appuntamento al mese, ma come inizio non ci lamentiamo. Si cerca di organizzare le date in anticipo per quanto è possibile e questo forse è il maggior limite perché può voler significare dover rinunciare a qualche allettante day off. Ma si vedrà. Per ora siamo soddisfatti.

Vasco: Ha il ruolo primario in tutto ciò perché ovviamente garantisce il posto (per ora 1 volta al mese, anche se noi vorremmo farne 2). È nato semplicemente partecipando alle riunioni e cercando di far capire a loro il nostro modo di fare e accordandoci sulle formalità citate qua sopra.

6) Sulla vostra pagina on-line fate un forte riferimento al "Do It Yourself", a tutto ciò che riesca a realizzarsi attraverso un'etica indipendente; si tratta di una scelta di principio o motivata da esigenze pratiche?

Luca: "Do it yourself" è una scelta di vita. Nessuno di noi sguazza nell'oro. La soddisfazione di riuscire a creare qualcosa con le proprie energie è esaltante. DIY in questo caso significa anche investire del proprio per costruire qualcosa in cui si crede, lontano da logiche egoistiche. Che materialmente significa anche che ci mettiamo dei nostri soldi. Abbiamo una cassa comune e con quella facciamo a metà con il Tetris per pagare i gruppi. Ognuno di noi si impegna per cucinare qualcosa e non limitarsi alla solita pizza per chi suona. Sono tante piccole cose una vicino all'altra. Bisogna essere un gruppo di persone. DIY non significa "isolati" dagli altri ma costruisci con gli altri, impegnati con loro.

Vasco: Il termine diy viene citato solo nei dettagli del nostro profile e ciò non è stato fatto a caso; io credo che di diy ormai ne parlano tutti senza avere una minima idea di cosa voglia dire, è solo un etichetta per attirare le persone. Parlando con la gente di solito ci si ritrova a parlare di concetti come il diy che secondo loro vanno a braccetto con concetti come musica di qualità, il che per me non ha nessun senso, anzi odio il concetto musica di qualità. Operiamo così perchè semplicemente è l'unico modo che conosco e credo sia una scelta a livello sia pratico sia di principio come dici tu, poiché nutro un forte odio verso tutto quello che è mainstream come purtroppo un certo tipo di hardcore (o forse tutto) oggi lo è. Non esistono altre maniere per questo "genere".

7) Trieste ha visto nascere qualche buona situazione musicale negli ultimi due anni; pensate possa diventare un passaggio obbligato per gruppi italiani e stranieri dell'ambito "underground", in futuro?

Luca: Su questo non saprei che dire. Dipende dalle nuove generazioni. Noi faremo il possibile per ampliare la scelta musicale alla quale una persona può venire in contatto. Poi ognuno è libero di andare dove vuole. Il vero dramma è che molti ignorano che esiste la possibilità di suonare, muoversi, andare in tour senza dover per forza essere delle superstar. Ci hanno insegnato a mettere le stelle su un piedistallo e a guardarle dal basso e molte persone sono convinte che sia tutto qui. Bisogna imparare che lo spazio che separa il pubblico da chi sta sul palco è solo aria, chiunque può salire. È una distanza che va azzerata. Ce n'è di strada da fare.

Vasco: È quello che mi auguro ed è per questo che ho deciso di sacrficarmi in tutto questo, anche se personalmente dubito di tutto ciò. Semplicemente volgiamo creare un collegamento con questo tipo di scena che manca penso dagli anni 80 (upset ecc).

8) Come valutate la scena cittadina e regionale? Ci sono bands che vi piacciono in particolare?

Vasco: La "scena" per come la concepisco io non esiste: cioè un insieme di individui che non condividono solo delle passioni, ma bensì individui che guardano oltre al fatto di fare quattro chiacchiere e supportare i concerti; che vadano oltre a condividere la stessa etica musicale-alimentare, ma che condividano i loro sentimenti, le loro frustazioni, etc. Comunque ritornando alla domanda, la fantomatica "scena" non solo scarseggia a livello regionale, ma anche a livello nazionale; oramai l'hc si è amalgamato alla società diventando parte di essa e del mainstream senza più essere una minaccia o volersi staccare prepotentemente da essa. Al momento non esistono gruppi che mi piacciono.

9) Quali sono i prossimi appuntamenti in programma?

Luca: A dicembre per ora ci saranno i trevigiani A Flower Collapsed, il 18. Gennaio si vedrà.

Vasco: Loro fanno uno screamo molto vicino agli Off Minor solo leggermente più metalloso e i Blame It On The Ocean che fanno un hc veloce che cercano di evolvere il loro sound con influenze alla American Nightmare.

Bene, spero che la vostra iniziativa prenda piede e riesca a creare un'altra forte realtà a Trieste.
Ora vi saluto e vi lascio spazio per dire quello che volete.
A presto.

Vasco: Grazie di cuore per l'interesse e lo spazio datoci.

Qua il link alla pagina di Is4ic

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